Ostia racconta. L'urna cineraria di Caius Larcius Felix

 

I lavori di ristrutturazione delle S.S.P.P. via del Mare e via Ostiense condotti nel 2015 sono stati un’occasione per svolgere indagini archeologiche preventive in un’area di grande interesse archeologico, prossima alla necropoli di Pianabella. Lo scavo stratigrafico ha evidenziato diversi momenti di frequentazione dell’area durante l’età imperiale con un utilizzo a scopi agricoli e poi funerari.

Contestualmente allo scavo stratigrafico sono stati realizzati studi specialistici, per il materiale ceramico, le testimonianze epigrafiche e l’analisi antropologica. Lo scavo del sepolcreto, in particolare, ha confermato alcuni aspetti dei rituali funerari romani già ampiamente attestati per il territorio ostiense : recinti a cielo aperto con nicchie per le sepolture a incinerazione e pozzi per i rituali funerari caratterizzano la fase più antica del sepolcreto, in associazione ai primi esempi di inumazioni ; per le fasi più avanzate si assiste ad un intervento di ristrutturazione generale del sepolcreto e ad un aumento delle sepolture a inumazione rispetto alle sepolture ad incinerazione con un’occupazione intensiva degli spazi interni ed esterni ai nuovi edifici funerari. Tra il III e il IV sec. d.C. si verifica un’attività di spoliazione alla quale segue un progressivo abbandono dell’area che continua ad essere utilizzata a scopi funerari solo in piccola parte, come attestano le sepolture più tarde rinvenute.

Urna cineraria caius larcius felixL'Urna cineraria di Caius Larcius Felix in corso di scavo

L'urna cineraria di Caius Larcius Felix

Alla metà del II-III secolo d.C. si data un’urna cineraria cilindrica decorata a rilievo e con tabula iscritta con il nome del defunto e l’invocazione agli Dei Mani, cui venivano affidate le anime dei defunti.

Urna cineraria caius larcius felixLUrna cineraria di Caius Larcius Felix L'urna, in marmo lunense e rinvenuta integra, è decorata da un lato e dall’altro dell’iscrizione con una biga con tre cavalli condotti da putti. Al di sotto dell’iscrizione è raffigurato invece un putto dormiente accanto ad un’anfora rovesciata. La scena potrebbe rimandare alle corse dei cavalli: in questo modo l’anfora rimanda all’attività degli spansores, coloro che durante le gare gettavano acqua sui cavalli in corsa restandone spesso travolti. Tutta lo schema della composizione trova confronti in alcuni sarcofagi da Roma e Ostia che datano a fine II-III secolo d.C. L’iscrizione, entro cornice, reca la dedica a Caius Larcius Felix da parte della moglie Attia Tryfosa.

L'urna non è provvista di coperchio e il contenitore al momento del rinvenimento risultava aperto. È difficile di conseguenza asserire con certezza che l'urna fosse inviolata, e l'analisi antropologica può in questo caso verificare se esista buona concordanza con l'epigrafe ad aggiungere elementi a favore o meno dell'originalità della sepoltura.

Il micro-scavo dell'urna e l'analisi antropologica

Il micro-scavo condotto ha permesso di isolare molti frammenti ossei di dimensioni da minute a grossolane, tutti riconoscibili e alcuni anche misurabili.

È stato possibile quindi effettuare diverse considerazioni utili a chiarire aspetti della biografia dell'individuo cremato.

Urna cineraria caius larcius felixL'Urna cineraria di Caius Larcius Felix

Colorazione biancastra e dimensione mediamente grossolana dei frammenti indicano una bassa efficienza di combustione e una temperatura pure mediamente bassa. Tra gli elementi identificati, alcuni sono particolarmente diagnostici per risolvere l'attribuzione del sesso e la determinazione dell'età alla morte.

vertebra caius larcius felixVertebra di Caius Larcius Felix. Importante per poter effettuare le analisi antropologiche Sia la vertebra rinvenuta quasi integra che la porzione inferiore dell'omero ci indicano l'appartenenza all'età adulta che grazie alla morfologia della vertebra possiamo stabilire come appartenente alla classe di età di 30-40 anni.

Si è poi potuta identificare la presenza di una piccola parte dell'osso del bacino, la cosiddetta incisura ischiatica, la cui curvatura è indice inequivocabile di appartenenza al genere maschile, dato confermato anche dalla testa dell'omero quasi integra e con un diametro che rientra nel range di valori previsti per il sesso maschile.

In conclusione, se da un lato l'antropologia non consente di risolvere l'enigma della autenticità della sepoltura, dall'altro consente però di aggiungere un elemento importante di concordanza tra l'iscrizione sull'urna e il suo contenuto, un uomo di età compresa tra i 30-40 anni, probabilmente proprio Caius Larcius Felix.

Dallo stesso sepolcreto di Caius Larcius Felix proviene un'altra urna cineraria, quella di Onesime, i cui resti sono stati studiati dal Servizio di Antropologia del Parco.

Per saperne di più:

P. Germoni, L. De Gregorio, C. Ninel Pischedda et al., Indagini archeologiche preventive nell’area della necropoli di Pianabella (area 12) : nuove acquisizioni per la ricostruzione del paesaggio extraurbano di Ostia Antica tra I e IV secolo d.C., in M. Cébeillac-Gervasoni, N. Laubry, F. Zevi, a cura di, Ricerche su Ostia e il suo territorio, Atti del III Seminario Ostiense, 2016

M. Mimmo, M. Bruno, Il materiale epigrafico dall’area 12, in M. Cébeillac-Gervasoni, N. Laubry, F. Zevi, a cura di, Ricerche su Ostia e il suo territorio, Atti del III Seminario Ostiense, 2016

A. Nava, P. F. Rossi, A. Sperduti et al., Lo studio antropologico delle sepolture di Larcius Felix ed Onesime, in M. Cébeillac-Gervasoni, N. Laubry, F. Zevi, a cura di, Ricerche su Ostia e il suo territorio, Atti del III Seminario Ostiense, 2016

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